Camminare l’orizzonte: l’articolo determinativo indica uno stare “dentro”, e non “su”. Poiché l’orizzonte è per definizione un altrove, che sfugge continuamente allo sguardo, Camminare l’orizzonte è uno stare dentro l’altrove, con quella continuità che è suggerita dall’idea stessa di linea.
Forse è lungo quella linea che si perdono sia lo sguardo del viandante di Friedrich che la rotta della barca di Jan Bas Ader perché se l’orizzonte non ha luogo il viaggio che esso chiama è un viaggio senza scopo, quel viaggio che si realizza nel viandare e che ha il naufragio come presupposto.
Dispositivo binario per camminare l'orizzonte, 2024, sedie, livella a bolla, 140x60x50 cm
Artistic Gymnastics. Device to Walking the Horizon, Madeinfilandia Aircraft, 2017/ 2023, inkjet print on baryta paper, 40x30 cm
Gimnastic Artystics. Afocal Device for walking the Horizon double reversed, 2023, nk jet print on paper, two pieces 40x40 cm cd with double black frame
CAMMINARE L'RIZZONTE: FINESTRE
Susanna Baumgartner, Ermanno Cristini
La Centrale Edizioni, editorial series la c. and la a., vol. 42, March 2023, 116 pages
There are spaces that are "drawn" by a window; on this premise Susanna Baumgartner and Ermanno Cristini have created a project that has involved various artists and which has developed over a couple of years through four exhibitions in as many artists' studios. The intention was to walk on tiptoe in the spaces experiencing the peculiarity of the "air" or, if you prefer, the landscape that is generated in each space. Cosimo Filippini has created a story in images, which together with the dialogue between the two editors gave life to this publication.
Prospettiva di profondità
16th July 2022
Diana Dorizzi's Atelier, Sacro Monte of Varese
Curated by Ermanno Cristini, Susanna Janina Baumgartner
Susanna Baumgartner, Cesare Biratoni, Ermanno Cristini, Michele Guido, Silvia Listorti, Piritta Marikainen
Ci sono spazi che sono “disegnati” da una finestra, ovvero il loro carattere dipende da un protagonismo della finestra tale per cui l’apertura verso l’esterno attribuisce il sapore a quell’interno, facendone un unicum, o un orizzonte specifico.
Questa mostra, la quarta di quattro realizzate in spazi diversi, fa capo come le altre al proposito di “camminare l’orizzonte” entrando negli spazi, vivendone la particolarità dell’aria o, se si preferisce, il “paesaggio” che in ogni spazio si genera per via delle sue specifiche caratteristiche.
La casa/studio di Diana Dorizzi ha il proprio focus in una finestra che, aprendosi, rivela una “prospettiva di profondità”. Dice Diana: “La vista da questa finestra (a differenza della finestra in generale) porta a uno spazio distante, un paesaggio disteso di fronte a noi che contiene il cielo intero, con il suo ciclo del sole, e la linea dell’orizzonte”. Un movimento continuo che prende corpo di volta in volta nella costruzione geometrica della finestra. Vien da pensare alla Costruzione legittima albertiana in cui l’infinito si dispiega in modo quasi inversamente proporzionale alla costruzione dell’”ordine”. È una dialettica di movimenti contrapposti, in fondo analoga al processo stesso del vedere quando si emancipa dalla sua dimensione strumentale per diventare visione.
È forse per questo che Marcel Duchamp apre la sua finestra chiudendola. Fresh Widow infatti è un dispositivo atto a trasformare il voyeurismo del vedere in contemplazione-conoscenza, come notava Octavio Paz.
Dunque spalancare la finestra all’aprirsi del paesaggio ha a che fare in qualche modo con un trattenersi per trattenere; un atto quasi di disobbedienza civile in una società dell’ipervisione. Ed è la ragione per cui quest’ultima tappa del nostro progetto la dedichiamo a Henry David Thoreau, nato non proprio lo stesso giorno, ma, come si dice, in prossimità, ovvero il 12 luglio 1817.
“12 luglio
[...] . Ci sono volte in cui si riesce a vedere per una iarda o anche di più all’interno di una crepa sotto una roccia, verso la fonte di una sorgente in una collina, e si vede bene l’acqua che fuoriesce, fresca e copiosa, con un mormorio incessante. Quando fa caldo, esistono ben poche cose che rinfrescano di più, anche solo guardandole.”
(Henry David Thoreau, Diari 1856-1861, Ortica editrice, Aprilia LT 2021)
Artistic Gymnastics. Afocal device to walk the horizon, 2022, mixed media , 16x12x22 cm, ph. Cosimo Filippini
Sessantesimo parallelo
11th October 2021
Susanna Baumgartner's Atelier, Milan
Curated by Ermanno Cristini, Susanna Janina Baumgartner
Susanna Baumgartner, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Hannes Egger, Sergio Limonta, Giancarlo Norese
Ci sono spazi che sono “disegnati” da una finestra, ovvero il loro carattere dipende da un protagonismo della finestra tale per cui l’apertura verso l’esterno attribuisce il sapore a quell’interno, facendone un unicum, o un orizzonte specifico.
Questa mostra, la terza di quattro da realizzarsi in quattro spazi diversi, fa capo come le altre al proposito di “camminare l’orizzonte” entrando negli spazi, vivendone la particolarità dell’aria o, se si preferisce, il “paesaggio” che in ogni spazio si genera per via delle sue specifiche caratteristiche.
Lo studio di Susanna Baumgartner è un piccolo luogo intorno a una grande finestra che occupa due pareti ortogonali tra loro. Vista dal cortile la doppia finestra descrive un angolo aggettante che fa pensare alla prua di una nave. Dall’interno si ha la sensazione di essere prossimi a una partenza rivelando una sorta di paesaggio navigato o da navigarsi. “Vous êtes embarqué”, scriveva Pascal nei suoi Pensèes, e l’imbarcarsi è la metafora di una disposizione alla scoperta su cui camminano le gambe della conoscenza e i perimetri di nuovi territori.
Indirettamente è forse anche in omaggio a questo principio che William Smith avvistò una nuova terra e arrivò, nel 1820, alla penisola Antartica; l’unica area del pianeta dove venti e correnti circolano liberamente. Al sessantesimo parallelo di latitudine, nelle zone disabitate dell’Antartide, esplorando in superficie e in profondità, si prevedono avvenimenti futuri, in un presente ancora insondabile e misterioso.
Questa mostra si apre l’11 ottobre in coincidenza dell’anniversario della nascita di William Smith, avvenuta a Blyth l’11 ottobre 1775.
Artistic Gymnastics. Quadrangle binocular device to listen to the horizon be silent, 2021, paired binoculars , 10x50x20 cm
Effetto Doppler
29th November - 3rd December 2020
Alessio de Girolamo's atelier, Milano
Curated by Ermanno Cristini, Susanna Janina Baumgartner
Stefano Arienti, Susanna Baumgartner, Giuseppe Buffoli, Gianluca Codeghini, Ermanno Cristini, Alessio de Girolamo, Cosimo Filippini, Carlo Rusca, Luisa Turuani
Ci sono spazi che sono “disegnati” da una finestra, ovvero il loro carattere dipende da un protagonismo della finestra tale per cui l’apertura verso l’esterno attribuisce il sapore a quell’interno, facendone un unicum, o un orizzonte specifico.
Questa mostra, la seconda di quattro da realizzarsi in quattro spazi diversi, fa capo al proposito di “camminare l’orizzonte” entrando in punta di piedi negli spazi, vivendone la particolarità dell’aria o, se si preferisce, il “paesaggio” che in ogni spazio si genera.
Lo studio-abitazione di Alessio de Girolamo si sviluppa intorno alla centralità di una finestra puntata sul piazzale antistante l’area cimiteriale di Lambrate. Entro la sua cornice si catalizza idealmente il ciclo della relazione tra la vita e la morte, al pari di un orizzonte che trascenda la propria natura verticalizzandosi. Inoltre la finestra di Alessio è stata protagonista di un intenso programma di performance musicali, così che uno spazio della visione si è trovato a svolgere il ruolo di uno spazio per il suono, determinando una sorta di paesaggio strabico in oscillazione tra occhio e orecchio.
Questa mostra, “affacciata” alla finestra di Alessio, vuol contemplare un orizzonte in movimento entro la sua continua verticalizzazione, come il teatro di un’aporia per acuire lo sguardo e l’udito. O, se si preferisce, come il campo di una dinamica delle frequenze dove prende corpo il senso dell’ottava.
Il giorno di inizio coincide con l’anniversario della nascita di Christian Andreas Doppler.
Warum willst du and’re fragen, 1840, OP.37 NO.11
13th September 2020
Olivia Vighi's Atelier, Milan
Curated by Ermanno Cristini, Susanna Janina Baumgartner
Susanna Baumgartner, Ermanno Cristini, Gabriele Di Matteo, Giulio Lacchini, Serena Vestrucci, Olivia Vighi
Ci sono spazi che sono “disegnati” da una finestra, ovvero il loro carattere dipende da un protagonismo della finestra tale per cui l’apertura verso l’esterno attribuisce il sapore a quell’interno, facendone un unicum,
o un orizzonte specifico, che spesso possiede il senso dell’ottava.
Questa mostra, la prima di tre da realizzarsi in tre spazi diversi, fa capo al proposito di “camminare l’orizzonte” entrando in punta di piedi nei tre spazi, vivendone la particolarità dell’aria o, se si preferisce, il “paesaggio”
che in ogni spazio si genera.
Lo studio di Olivia Vighi è interamente proiettato come un corridoio verso una finestra, da cui la luce suggerisce una dimensione intima dello scambio tra interno ed esterno. Ne deriva uno spazio all’insegna del paesaggio
interiore, un luogo della durata nell’accezione che il termine ha in Peter Handke, dove raccogliersi e guardare nell’ombra delle cose, stratificando il tempo.
Per questo la mostra apre in coincidenza con la data di nascita di Clara Schumann, a cui si deve il sottotitolo, poi vivrà nello studio di Olivia per due settimane, condividendone il respiro
16th November 2017 - 6th January 2018
Space 4235, Genova
Ermanno Cristini with Alessia Armeni, Simona Barbera, Antonio Catelani, Ronny Faber Dahl, Òbelo (Claude Marzotto e Maia Sambonet). Text by Gabriele Tosi
WALKING THE
ORIZON (NEAPOLITAN SUGGESTIONS AND OTHER PHONE SKETCHES)
Artist's Book, limited edition, riss(e) editions, 2017
10th September 2017
riss(e)-zentrum, Varese
Curated by Ermanno Cristini, Susanna Janina Baumgartner
Simona Barbera; Marion Baruch; Susanna Janina Baumgartner; Anna Bromley; Giovanna Caliari; Umberto Cavenago; Matteo Cremonesi; Ermanno Cristini; Ronny Faber Dahl; Debora Hirsch; Martin Larralde; Sergio Limonta;Marco Andrea Magni; Carlo Miele; Anna Pontel; Laura Santamaria
Watching the horizon watching, 2017, ink jet print on paper, pencil and scotch tape on wall, ph. Carlo Dell'acqua
16th July - 3th September 2017
Madeinfilandia, a project by Loris Cecchini and Luca Pancrazzi, Pieve a Presciano, Arezzo
Maura Banfo, Chiara Bettazzi, Stefano Boccalini, Loris Cecchini, Ermanno Cristini, Alessio de Girolamo, Matteo Fato, Sophie Ko, Filippo Leonardi, Luca Pancrazzi, Leonardo Pivi, Alessandra Spranzi, Giovanni Termini
Specials projects by Mattia Costa, Loredana Longo, Lorena Viale
Artistic Gymnastics. Walking the horizon. Lost/found time, 2017, scotch tape ball on armchair found on site, Madeinfilandia (AR)
Artistic Gymnastics. Walking the horizon. Runway Madeinfilandia, 2017, chairs found in the place on runway, Madeinfilandia (AR)
Artistic Gymnastics. Watching the horizon watching - table, detail, 2017, pencil on the table found in the place, Madeinfilandia (AR)
18th April - 30th April 2017
Dust Space, Milan
Ermanno Cristini with Ilaria Bombelli, Giovanna Caliari, Ronny Faber Dahl, Al Fadhil, Giulio Lacchini, Wu Tianji, Bao Ting, Virginia Zanetti; text by Matteo Innocenti
È anche lungo la linea dell'orizzonte che si perdono i confini aprendosi all’ idea di frontiera, lì dove si “fanno fronte” le diversità per nutrirsi dell’attrito della propria alterità.
Da questo punto di vista allora Camminare l’orizzonte vuole essere un laboratorio epistemologico per praticare, come si conviene all’arte, il territorio mobile dell’eterotopia. Ma in pari tempo asseconda il desiderio di sollevarsi in punta di piedi per osservare, con gli occhi chiusi, lo spazio necessario dell’utopia, forse l’unico luogo dove parlando altre lingue possiamo parlare la nostra.
La mostra è costruita nel confronto tra una decina di artisti in modo da sviluppare soprattutto l’idea di frontiera e toccando l’idea di orizzonte da diversi punti di vista.
Sponde elastiche dello sguardo: deriva - Valentina, 2017, caption on aluminum, folder, presence
7th April - 26th May 2017
DoubleRoom Gallery, Trieste
Ermanno Cristini with Elena Bellantoni, Silvia Hell, Elisa Vladilo; text by Antonio Piroddi
In questa mostra il naufragio sta entro il doppio sfasato dello spazio di Double Room: due ambienti riflessi, quasi simili ma attraversati da una variazione dimensionale, come un caso di chiralità. La chiralità è un paradosso, un dato speculare non sovrapponibile a se stesso, che articola e problematizza l’immagine alimentandosi dello spazio “tra”. Come un “colpo di reni”, essa asseconda il desiderio di sollevarsi in punta di piedi per osservare, con gli occhi chiusi, i tratti di una visione possibile e forse il disegno di un’utopia necessaria, appunto un orizzonte.
La mostra è costruita come un doppio specchiato: 4 artisti con due opere a testa, o con un’opera doppia, in modo che la seconda sia il doppio sfasato della prima.
Il testo di un giovane filosofo attraversa il tutto.
Walking the horizon. Chiralità, Trieste, 2017, chairs found on site, two drawings on paper with frames, ph. Walter Scherlich
Device to unroll the horizon, 2015, belt, Progetto Citta Ideale, Fabbrica del Vapore, Milan, 2015 curated by Andrea Lacarpia, Lorenzo Madaro, photo Luca Taverna,
To be late fourth day, 2016, chairs found on site, Wohnen In Einer Verspätung, PROGR, Bern
Two places to stopping time is one place to dialogue. (Neapolitan suggestion to observe the horizon)