Cantiere in lento movimento (Slow moving works) 

 

A project by Susanna Baumgartner and Ermanno Cristini

 

Ermanno Cristini: Un “cantiere in lento movimento” impone a noi  di rallentare ma rallentato appare anche il suo tempo interno al cospetto della fugacità veloce di chi è in transito.

Per questo il termine implica tre concetti: quello di costruzione, quello di ritardo, quello di trasformazione.

Il ritardo è condizione indispensabile perché la costruzione possa darsi, e la costruzione dà corpo a una processualità che trova nel ritardo l’ambito attitudinale nel quale realizzarsi.

Accade lo stesso in queste mostre, suggerite da spazi idealmente associati alla precarietà mobile di un cantiere, il quale, in quanto tale, si dispone per vocazione ad accogliere “lavori in corso”. Ovvero una serie di “semilavorati”, di lavori ancora in via di realizzazione, che si alternano e si incrociano in allestimenti provvisori in bilico tra il laboratorio, l'intervento site specific e quello time specific. Ne risulta un dialogo tra i lavori e tra i lavori e lo spazio in quella porzione di tempo che sta al di qua e al di là della loro realizzazione. Mostre brevi, della durata di qualche ora, per ritrovare in un frammento di tempo lo spessore denso dell’intero. Poi il cantiere scompare.

 

Susanna Janina Baumgartner: “Cantiere in lento movimento” mi piace. Mi viene in mente Alain Badiou, Secondo manifesto per la filosofia.

Da quel libro ho colto il tempo nello spazio creato dall'incontro. Ho lavorato in un laboratorio artistico a Pavia, in un SPDC, vi erano solo casi gravi e niente sembrava mai concluso o con possibilità di senso, ma  in realtà ho compreso bene che la traccia è nell'incontro, non nel prodotto finito. In quell'attimo che può restare nella memoria come incontro. 

Attimi veri che realizzano un sogno, che diventano ricordo e non illusione. Credo che questo potrebbe essere il senso di un  “cantiere in lento movimento”. Dimmi cosa ne pensi. 

 


SPLIT STEP

Ex Macelli Civici, former municipal slaughterhouse, Milan

November 2022 from 11 am to 5 pm

Curated by Susanna Baumgartner and Ermanno Cristini

 

Aurelio Andrighetto, Susanna Baumgartner, Cesare Biratoni, Sergio Breviario, Umberto Cavenago, Loris Cecchini, Gianluca Codeghini, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Matteo Cremonesi, Ermanno Cristini, Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Oppy De Bernardo, Carlo Dell’Acqua, Joykix, Silvia Listorti, Cecilia Mentasti, Concetta Modica, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Carlo Rusca, Luca Scarabelli, Giovanni Termini, Luisa Turuani, Enzo Umbaca, Olivia Vighi

 

Split Step, nel gioco del tennis è il saltello immediatamente prima di colpire una volèe; è un porsi in equilibrio per ottimizzare la spinta verso la palla. Lo Split Step è un istante decisivo perché entro il suo perimetro si gioca la qualità del tiro e forse della partita.

Questa mostra nasce un po’ alla stessa maniera, in risposta all’opportunità improvvisa di uno spazio che tra breve diventerà un’altra cosa. Al pari dello Split Step essa si consuma in un istante e l’istante, come Walter Benjamin ci ha insegnato, può essere un istante pesante, dove un frammento del nostro presente si “intrama” (il termine è di Franco Rella) con un frammento del passato, così che l’istante si riempia di tempo diventando portatore di senso e facendosi storia. Ogni istante, ogni slancio, accade come contatto vitale con il mondo e la storia può fornire oggi una prospettiva di approccio alla necessità di rispondere alla perdita di senso di un universo polverizzato, stemperato in un eterno presente, senza memoria e senza progetto.

 

L’istante pesante genera nella sua dilatazione sospesa la messa in forma del rapporto con l’altro nello e con lo spazio. Rapporto tanto più significativo nell’epoca in cui domina il simultaneo e dove l’istante pesante può creare un tempo dell’incontro e della riflessione. Dall’idea rizomatica di estensione nello spazio, via via si sono create delle nicchie. L’apertura e la chiusura verso l’esterno, verso il mondo, sono due poli che nelle nicchie finiscono per confondersi dando luogo a una fuga di scissioni verticali da cui derivano isolamento e separazione. Nella zona grigia della nicchia possono nascere tensioni che si trasformano in strategie difensive, diventano meccanismi di protezione che percepiscono l’esposizione al mondo come una minaccia: la nicchia crea il paradosso antropologico del presente dove è in gioco il campo delle relazioni.

 

In Split Step gli artisti invitati si incontrano nell’arco di una giornata per assumere in un gesto lo spazio con tutta la sua memoria, quasi come in bilico sul sasso di Proust.

Nel contempo l’incontro tra gli artisti e il pubblico, ammesso dall’inizio dell’azione, dà luogo ad un momento a metà strada tra soluzione installativa e performativa, tra site specific e time specific, in una dimensione apertamente laboratoriale che si assume come fine in sè. Per poi aprirsi, fuori di lì, a “mostra” finita, ai possibili “racconti” successivi, fatti di gesti, di immagini, di parole, intesi come altrettante testimonianze e come parte integrante della “mostra” stessa.

Gli Ex Macelli Civici diventano allora non già la scena ma gli “attori” di una narrazione che muove dallo spessore del loro passato, attraverso l’impermanenza degli interventi, la cui forza sta nella transitorietà quale opportunità per produrre processi di risignificazione dei luoghi. 

 

 

Split Step (Chalking the Field), 2022, tennis court: scotch tape, site specific 23,77 x 10,97 m, 


CANTIERE IN LENTO MOVIMENTO

riss(e), Varese

September 2027

Curated by Susanna Baumgartner and Ermanno Cristini

 

Simona Barbera, Marion Baruch, Susanna Baumgartner, Anna Bromley, Giovanna Caliari, Umberto Cavenago, Matteo Cremonesi, Ermanno Cristini, Ronny Faber Dahl, Debora Hirsch, Martin Larralde, Sergio Limonta, Marco Andrea Magni, Carlo Miele, Anna Pontel, Laura Santamaria

Ph: Rossella Moratto, Carlo Dell’Acqua; video: Videoforart

 

Watching the horizon watching, 2017, ink jet print on paper, pencil and scotch tape on wall, ph. Carlo Dell'acqua